Pensiamo
ai piccoli per ricordare i grandi diritti © ®
Attendere la “Giornata nazionale per i diritti dell'infanzia e
dell'adolescenza” per ricordare l'impegno che deve essere garantito
ai minori per un futuro migliore, rischia di regalare un presente
mediocre a tutti i bambini che non sono tutelati come suggerisce la
legge, la pedagogia, la psicologia, la medicina. Ogni anno e per
tutte le iniziative si ricorda l'importanza della lotta contro
patologie che causano la morte o conducono a stati di disabilità,
oppure orientati a valori come la famiglia, l'infanzia, si manifesta
contro la violenza sulle donne, ma si dimentica che le date dedicate
a questi fondamentali temi non dovrebbero esaurirsi nelle parole dei
politici, dei relatori e nelle azioni dei partecipanti agli eventi ma
scalfire quotidianamente quella corazza di cui tanti si coprono per
proteggersi da argomenti scomodi e impegnativi. Ogni volta che si
indice una manifestazione si dovrebbe celebrare il lutto delle
mancate risposte positive da parte non solo dei governi ma anche dei
singoli individui che non mutano il proprio comportamento e non
sensibilizzano chi hanno accanto. I risultati esistono e sono
dimostrabili ma l'uomo comune dovrebbe essere maggiormente partecipe
in modo da ridurre il divario che separa chi soffre dall'obiettivo
desiderato. L'essere umano pecca spesso nella salvaguardia dei
diritti dei minori, limitando le risorse disponibili, atte a
garantire una crescita armonica dei fanciulli. Rapporto
genitori-figli, cultura, sport, ambiente, lavoro, in senso ampio la
società dovrebbero infondere sicurezza e garantire un futuro di
libertà. L'investimento più grande sono proprio i figli, tutti i
bambini del mondo. Quanto gli adulti potrebbero imparare dai bambini.
Pensiamo alle loro capacità empatiche, alla loro genuinità, al
desiderio di scoperta che li accompagna.
I diritti non si esauriscono dentro se stessi ma vivono all'interno
dei doveri. Ma come possiamo chiedere il rispetto di un impegno se
non vengono garantiti i presupposti primari? L'uomo, l'adulto, spesso
è egoista e se la prende con i più piccoli.
Ancora una volta si commette l'errore di pensare in piccolo e
concentrare l'azione sul singolo o sulla categoria. Il singolo non è
mai tale se inserito all'interno della società; le categorie servono
solo ad azioni specifiche che non possono soddisfare pienamente il
risultato atteso perché omettono altre peculiarità fondamentali,
non rientranti specificamente in quel determinato ambito. I bambini e
gli adolescenti sono un singolo, una coppia (fratelli, sorelle,
cugini), un gruppo (famiglia, fratelli, classe, squadra di calcio,
cerchia di amici), una parte comune all'esistenza degli adulti (come
precedente tappa evolutiva e/o come prole o diversi legami di
parentela). Considerato questo aspetto, l'azione verso il singolo
fanciullo o diretta alla categoria dei minori si dimostra azione
parziale inficiata da una visione miope del tessuto sociale.
Pensare alla famiglia equivale a riflettere sulla genitorialità,
sull'essere figlio, fratello ma non solo. Conduce il pensiero verso
il mondo dell'istruzione, gli spazi comuni in poter crescere, i
contributi alla ricerca in campo educativo e medico.
Non saper cogliere le risorse dei giovani è il più grande errore
che una società possa commettere.
Quali bende hanno coperto gli occhi della società davanti a forti
disagi che esplodono in comportamenti devastanti? La celebrazione
della giornata nazionale per i diritti dell'infanzia e
dell'adolescenza può forse cancellare ciò che accadde il 20 aprile
1999 negli Stati Uniti nella Columbine High School? E chissà che
fine hanno fatto i diritti di tutti quei bambini che non hanno
accesso all'istruzione e vengono dilaniati dai morsi della fame o da
mine antiuomo, per non parlare poi del mercato della pedopornografia
e della prostituzione minorile. Il disagio non ha nazionalità e se
non affrontato rischia di diventare senza tempo.
Dove volge lo sguardo la società quando vengono negati i diritti
allo studio e al lavoro? Quali diritti garantisce un mondo dove
vengono tagliate le ore di sostegno scolastico o ai progetti
educativi destinati a bambini e adolescenti in stato di difficoltà?
Quale onore per la giovinezza depauperata dalla precarietà? Quali
sono le famiglie possibili senza stabilità economica?
I diritti dell'infanzia e dell'adolescenza passano attraverso il
rispetto per l'essere umano, senza stigmatizzazioni, costruendo sin
dai primi anni percorsi che elimino la violenza di genere, il
razzismo, proponendo l'onestà come linfa vitale.
Dobbiamo ripensare l'infanzia e l'adolescenza in un'ottica presente e
futura per evitare un'onerosa eredità per gli adulti di domani.
Maria Montessori ci ricorda che "Se v'è per l'umanità una
speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che
dal bambino, perché in lui si costruisce l'uomo".
Largo ai giovani, alle loro capacità creative e rigeneratrici, al
loro entusiasmo, ai loro diritti. © ®
Dott. Marco Mura
Pedagogista, Educatore Professionale
Specialista in Pedagogia Clinica
e-mail: dott.marcomura@gmail.com
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