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Dott. Marco Mura - Pedagogista, Educatore Professionale, Specialista in Pedagogia Clinica --- (Attività Professionali) - Percorsi educativi per minori con: difficoltà d'apprendimento (DSA); disagio sociale e/o relazionale; disabilità (progetti L.162/98; LR 20/97). - Creazione e conduzione di progetti educativi per adulti (L.162/98; LR 20/97) - Consulenza Pedagogica Sostegno alla Genitorialità, Parent Training - Consulenza educativa rivolta a professionisti del settore educativo Per informazioni: dott.marcomura@gmail.com

venerdì 31 agosto 2012

Brindiamo alla salute e alla vita dei giovani

Brindiamo alla salute e alla vita dei giovani © ®

Il rapporto tra alcol, giovani e giovanissimi rientra tra i comportamenti a rischio nell'adolescenza. Questo periodo della nostra vita è orientato alla scoperta di se stessi, all'evasione dal mondo genitoriale, alla contrapposizione con l'adulto e il suo sistema di regole. Un agire orientato al distacco, alla scoperta e alla sfida.
L'indagine Doxa su "Gli italiani e l'alcol" condotta in collaborazione con l'Osservatorio Permanente sui Giovani e Alcol, analizzando un campione di oltre duemila persone, a partire dai 13 anni, ha messo in evidenza che nel nostro Paese si beve meno e che il 10% della popolazione maschile e il 20% di quella femminile è persino astemia. Emergerebbe dunque un consumo responsabile al quale però si abbina un aumento dei comportamenti a rischio.
Chi opera nell'ambito delle dipendenze o semplicemente a contatto con i ragazzi conosce il fenomeno del Binge Drinking, ossia bere ripetutamente in modo compulsivo fino ad ubriacarsi.
Nel campione preso in esame il 20,4% dei giovani (13-24 anni) intervistati ha ammesso di aver fatto almeno una volta questa esperienza, percentuale che scende sino all'8,6% per i pari di sesso femminile. Da queste rilevazioni possiamo quindi osservare che se da un lato è in diminuzione il numero dei consumatori, dall'altro è in crescita quello degli alcoldipendenti.
Emanuele Scafato, direttore dell'Osservatorio Nazionale Alcol dell'Istituto Superiore di Sanità l'abuso giovanile, sostiene la necessità di diffondere delle semplici e fondamentali regole per promuovere un uso consapevole dell'alcol a partire dall'adolescenza, in modo da influenzare positivamente lo stile di vita delle persone lungo il loro percorso di crescita. Costumi comportamentali che trovano validità anche in età adulta. Pertanto non toccare alcolici prima dei 16 anni, bere con moderazione, solo durante i pasti, non guidare dopo aver bevuto.
Altri aspetti del rapporto giovani/alcol emergono dal tessuto sociale britannico. Stiamo parlando del Vodka Eyeballing, nuova frontiera della trasgressione che consiste nel versarsi superalcolici negli occhi, nella stupida convinzione che questa pratica garantisca una rapida sbronza. In realtà l'unico risultato è il danneggiamento dell'apparato visivo.
Questa tecnica al limite viaggia su YouTube, che, nel suo aspetto negativo (ne ha anche di positivi) amplifica e offre un palcoscenico alle bravate dei giovani. La rapidità cercata con questa pratica si lega al desiderio adolescenziale del “tutto e subito”, alla ricerca della trasgressione e del limite nel tentativo di primeggiare nel gruppo e apparire coraggiosi o semplicemente stagliarsi sulla massa. Da non trascurare il desiderio di evadere attraverso lo stordimento, motivo primario, non raggiungibile però attraverso questa prassi. Vodka, rum, persino assenzio direttamente sul bulbo oculare per poi finire al pronto soccorso con bruciori e lesioni alla cornea.
Prima si sentiva parlare dell'Indianata, “gioco” in cui chi sbaglia nel ricordare una sequenza o qualsiasi sia la chiave del “gioco” deve bere. Anche in questo caso si ricorre di norma ai superalcolici e l'obiettivo non è tanto vincere la competizione quanto ubriacarsi e ridere degli errori altrui con la complicità dello stato d'ebrezza.
Alla fine la certezza che emerge dall'abuso di alcol è l'insieme di rischi per il proprio corpo e la propria ed altrui incolumità.
L'alcol è accompagnato da un insieme di conoscenze errate che lo vedono come eccitante: al contrario è un sedativo. “Il vino fa buon sangue” un detto che può trovare alloggio solo nella moderazione. Inoltre è bene sottolineare che a sfatare questo mito ci sono prove scientifiche che mettono in luce come l'alcol sia responsabile di forme di anemia e di un aumento dei grassi nel sangue.
Nella cultura mediterranea il bere ha radici lontanissime. Purtroppo l'eccesso e le modalità dannose nel tempo hanno preso il sopravvento e caratterizzato l'alcol sotto la voce devianza, diventando fenomeno sociale da tenere sotto controllo, da studiare, comprendere e arginare.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità riporta dati allarmanti per il consumo e l'abuso di alcolici in Europa. Il 25% dei decessi giovanili (parliamo di ragazzi tra i 15 e i 29 anni) è collegato direttamente o indirettamente all'alcol. Basti pensare che in Italia un terzo degli incidenti stradali sono imputabili alla guida in stato d'ebrezza e che la metà delle vittime è costituita da giovani.
Credo sia produttivo promuovere progetti educativi legati alla crescita dei giovani, incentrati sulla conoscenza di se stessi, per imparare a capirsi e capire la realtà che ci circonda. Non solo percorsi studiati ad hoc per le problematiche del momento perchè questo equivale a sposare quella cultura pedagogica dell'emergenza che trova alloggio solo nell'imminenza del pericolo o nel disagio ormai riscontrato. Il domani si costruisce oggi, giorno per giorno.
Riflettiamo senza allarmismi e timori, senza proiezioni negative su figli, educandi, alunni ed impariamo dalla realtà e dal rapporto con gli altri a muoverci verso obiettivi edificanti. © ®


Dott. Marco Mura
Pedagogista, Educatore Professionale
Specialista in Pedagogia Clinica
e-mail: dott.marcomura@gmail.com

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