Educazione e autonomie
di base © ®
La parola autonomia
deriva dal greco autòs (stesso) e nòmos (legge) e
significa darsi regole da soli. Il significato riporta anche al
concetto di indipendenza, sia nel darsi norme che nel rispettarle
senza l'intervento o la supervisione di altre persone.
Educare ed educarsi
all'autonomia è operare attraverso le nostre conoscenze e capacità
per pervenire a importantissime mete per la crescita.
Ciò che sta alla base
costituisce le fondamenta. Le autonomie considerate basilari fanno
capo alle prime esperienze, le quali rientrano nella pratica di cura
(prendersi cura) slegata dal supporto genitoriale. Raggiungere tale
competenza fa parte delle mete evolutive/educative, delle competenze
e dei requisiti che concorrono alla costituzione dell'essere umano
nella sua adultità o nella proiezione verso questa dimensione
angrafico-maturazionale.
Alimentazione, igiene
personale, sapersi vestire e spogliare, controllo sfinterico
rientrano tra le competenze che gettano le fondamenta per
l'indipendenza dagli altri. Queste capacità-competenze ricadono
sotto il nome di autonomie di base.
I genitori devono
prepararsi per tempo all'idea di dover operare in favore del
raggiungimento di questi obiettivi. Il lavoro diventa più complesso
quando si tratta di figli con gravi difficoltà.
Sono sempre portato a
sottolineare la differenza che esiste tra l'acquisizione
dell'autosufficienza e la conquista dell'autonomia. Essere
autosufficiente equivale ad essere in grado di compiere gesti e
azioni (dalle più semplici alle più complesse) senza l'ausilio di
un'altra persona. Ma l'indipendenza dall'aiuto nello svolgere un
determinato compito non equivale ad avere introiettato il dovere
verso un certo obiettivo. Il concetto di autonomia, a mio avviso,
invece racchiude anche la matura consapevolezza del significato delle
azioni che sappiamo di dover compiere.
Quando iniziare a
lavorare sull'acquisizione delle autonomie di base?
Per quanto concerne
l'igiene personale, i primi momenti per iniziare il lavoro sulle
autonomie di base sono quelli che il neonato vive durante le fasi del
bagnetto. In questa occasione la madre e/o il padre possono regalare
oltre a piacevoli esperienze di contatto mediante il massaggio, le
carezze e i giochi con l'acqua, utili indicazioni per fare acquisire
in modo graduale la conoscenza somatica che faciliterà il bambino
nella comprensione del proprio sé corporeo. Per promuovere questa
esplorazione in modo piacevole è indicato che il genitore crei un
clima sereno e giocoso. Durante l'atto igienico, ludico e amorevole,
si consiglia di nominare le parti del corpo che vengono interessate,
mantenendo sempre un contatto oculare col neonato al fine di creare una
forte, significativa e costante comunicazione col proprio figlio.
Senza un'adeguata
conoscenza somatica oltre che dinamica della persona le difficoltà
nell'essere autosufficienti e autonomi diventano molto più difficili
da acquisire.
Tra i 7-8 anni i bambini
potranno iniziare a farsi la doccia o il bagno da soli. Non ci sono
tappe standard, quindi nel caso in cui vostro figlio dovessere avere
ancora alcune esitazioni sarà bene arrivare in maniera graduale a
questa tappa.
In certi casi nel lavoro
sulle autonomie ho intrapreso percorsi che partivano da situazioni
accostabili alle simulazioni, precedute da esperienze che offrivano
elementi conoscitivi sul proprio sé corporeo, prima di giungere al
lavoro contestualizzato. Ricordiamoci che tra le maggiori garanzie
degli interventi c'è la tempestività che però non deve essere
confusa con l'anticipazione dei tempi, sia che si tratti di precocità
intesa come desiderio genitoriale di voler un figlio autonomo prima
dei pari età, sia nella fretta di perseguire più obiettivi nel
minor tempo (il raggiungimento di parte di un obiettivo o di una meta
a breve termine è sempre un risultato positivo).
Anche l'alimentazione
rientra tra le competenze fondamentali per l'essere umano. Può
capitare che per facilitare l'acquisizione dell'uso di cucchiaio,
forchetta e coltello si debba ricorrere a cibi preferiti dal bambino.
Se una strada conduce al traguardo ambito e il metodo non rientra tra
forzature, concessioni deleterie e emozioni negative, allora
perseguitela cercando sempre di osservare e valutare le azioni messe
in pratica.
Un'altra autonomia di
base è il raggiungimento del controllo sfinterico. Nel caso di
enuresi e/o encopresi persistenti è bene rivolgersi al pediatra e
valutare poi un percorso educativo dopo aver escluso cause organiche.
Saper controllare l'urina e le feci garantisce una socializzazione
più armoniosa, tutela ed incrementa il livello di autostima del
bambino.
Sostengo che ognuno debba
raggiungere l'autonomia possibile, senza che altri si sostituiscano a
lui o limitino il suo potenziale e, contemporaneamente, sono
contrario ad azioni che creano frustrazione nella persona che
oggettivamente non può raggiungere determinati livelli di competenza
e accuratezza.
In ogni tappa di crescita
dobbiamo sempre arrivare al massimo potenziale dell'individuo e mantenere il risultato ottenuto, garantendo il rispetto
della persona e la sua salute psicofisica. In caso contrario non si
parlerebbe di educazione, ma di altro.© ®
Pubblicato su Il Sentiero dei Melograni
Dott. Marco Mura
Dott. Marco Mura
Pedagogista, Educatore Professionale
Specialista in Pedagogia Clinica
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