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Dott. Marco Mura - Pedagogista, Educatore Professionale, Specialista in Pedagogia Clinica --- (Attività Professionali) - Percorsi educativi per minori con: difficoltà d'apprendimento (DSA); disagio sociale e/o relazionale; disabilità (progetti L.162/98; LR 20/97). - Creazione e conduzione di progetti educativi per adulti (L.162/98; LR 20/97) - Consulenza Pedagogica Sostegno alla Genitorialità, Parent Training - Consulenza educativa rivolta a professionisti del settore educativo Per informazioni: dott.marcomura@gmail.com

lunedì 24 settembre 2012

Educazione e autonomie di base

Educazione e autonomie di base © ®

La parola autonomia deriva dal greco autòs (stesso) e nòmos (legge) e significa darsi regole da soli. Il significato riporta anche al concetto di indipendenza, sia nel darsi norme che nel rispettarle senza l'intervento o la supervisione di altre persone.
Educare ed educarsi all'autonomia è operare attraverso le nostre conoscenze e capacità per pervenire a importantissime mete per la crescita.
Ciò che sta alla base costituisce le fondamenta. Le autonomie considerate basilari fanno capo alle prime esperienze, le quali rientrano nella pratica di cura (prendersi cura) slegata dal supporto genitoriale. Raggiungere tale competenza fa parte delle mete evolutive/educative, delle competenze e dei requisiti che concorrono alla costituzione dell'essere umano nella sua adultità o nella proiezione verso questa dimensione angrafico-maturazionale.
Alimentazione, igiene personale, sapersi vestire e spogliare, controllo sfinterico rientrano tra le competenze che gettano le fondamenta per l'indipendenza dagli altri. Queste capacità-competenze ricadono sotto il nome di autonomie di base.
I genitori devono prepararsi per tempo all'idea di dover operare in favore del raggiungimento di questi obiettivi. Il lavoro diventa più complesso quando si tratta di figli con gravi difficoltà.
Sono sempre portato a sottolineare la differenza che esiste tra l'acquisizione dell'autosufficienza e la conquista dell'autonomia. Essere autosufficiente equivale ad essere in grado di compiere gesti e azioni (dalle più semplici alle più complesse) senza l'ausilio di un'altra persona. Ma l'indipendenza dall'aiuto nello svolgere un determinato compito non equivale ad avere introiettato il dovere verso un certo obiettivo. Il concetto di autonomia, a mio avviso, invece racchiude anche la matura consapevolezza del significato delle azioni che sappiamo di dover compiere.
Quando iniziare a lavorare sull'acquisizione delle autonomie di base?
Per quanto concerne l'igiene personale, i primi momenti per iniziare il lavoro sulle autonomie di base sono quelli che il neonato vive durante le fasi del bagnetto. In questa occasione la madre e/o il padre possono regalare oltre a piacevoli esperienze di contatto mediante il massaggio, le carezze e i giochi con l'acqua, utili indicazioni per fare acquisire in modo graduale la conoscenza somatica che faciliterà il bambino nella comprensione del proprio sé corporeo. Per promuovere questa esplorazione in modo piacevole è indicato che il genitore crei un clima sereno e giocoso. Durante l'atto igienico, ludico e amorevole, si consiglia di nominare le parti del corpo che vengono interessate, mantenendo sempre un contatto oculare col neonato al fine di creare una forte, significativa e costante comunicazione col proprio figlio.
Senza un'adeguata conoscenza somatica oltre che dinamica della persona le difficoltà nell'essere autosufficienti e autonomi diventano molto più difficili da acquisire.
Tra i 7-8 anni i bambini potranno iniziare a farsi la doccia o il bagno da soli. Non ci sono tappe standard, quindi nel caso in cui vostro figlio dovessere avere ancora alcune esitazioni sarà bene arrivare in maniera graduale a questa tappa.
In certi casi nel lavoro sulle autonomie ho intrapreso percorsi che partivano da situazioni accostabili alle simulazioni, precedute da esperienze che offrivano elementi conoscitivi sul proprio sé corporeo, prima di giungere al lavoro contestualizzato. Ricordiamoci che tra le maggiori garanzie degli interventi c'è la tempestività che però non deve essere confusa con l'anticipazione dei tempi, sia che si tratti di precocità intesa come desiderio genitoriale di voler un figlio autonomo prima dei pari età, sia nella fretta di perseguire più obiettivi nel minor tempo (il raggiungimento di parte di un obiettivo o di una meta a breve termine è sempre un risultato positivo).
Anche l'alimentazione rientra tra le competenze fondamentali per l'essere umano. Può capitare che per facilitare l'acquisizione dell'uso di cucchiaio, forchetta e coltello si debba ricorrere a cibi preferiti dal bambino. Se una strada conduce al traguardo ambito e il metodo non rientra tra forzature, concessioni deleterie e emozioni negative, allora perseguitela cercando sempre di osservare e valutare le azioni messe in pratica.
Un'altra autonomia di base è il raggiungimento del controllo sfinterico. Nel caso di enuresi e/o encopresi persistenti è bene rivolgersi al pediatra e valutare poi un percorso educativo dopo aver escluso cause organiche. Saper controllare l'urina e le feci garantisce una socializzazione più armoniosa, tutela ed incrementa il livello di autostima del bambino.
Sostengo che ognuno debba raggiungere l'autonomia possibile, senza che altri si sostituiscano a lui o limitino il suo potenziale e, contemporaneamente, sono contrario ad azioni che creano frustrazione nella persona che oggettivamente non può raggiungere determinati livelli di competenza e accuratezza.
In ogni tappa di crescita dobbiamo sempre arrivare al massimo potenziale dell'individuo e mantenere  il risultato ottenuto, garantendo il rispetto della persona e la sua salute psicofisica. In caso contrario non si parlerebbe di educazione, ma di altro.© ®
Pedagogista, Educatore Professionale
Specialista in Pedagogia Clinica

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