Profilo Professionale

La mia foto
Dott. Marco Mura - Pedagogista, Educatore Professionale, Specialista in Pedagogia Clinica --- (Attività Professionali) - Percorsi educativi per minori con: difficoltà d'apprendimento (DSA); disagio sociale e/o relazionale; disabilità (progetti L.162/98; LR 20/97). - Creazione e conduzione di progetti educativi per adulti (L.162/98; LR 20/97) - Consulenza Pedagogica Sostegno alla Genitorialità, Parent Training - Consulenza educativa rivolta a professionisti del settore educativo Per informazioni: dott.marcomura@gmail.com

lunedì 22 ottobre 2012

Difficoltà o disturbi dell'apprendimento?


Difficoltà o disturbi dell'apprendimento? © ®
Il primo approccio con lo studio non è di semplice interpretazione. Nuove regole, maggiori richieste, tempi e spazi diversi da quelli familiari. L'istruzione offre la possibilità di sfruttare e incrementare il nostro potenziale, ma contemporaneamente può mettere a dura prova lo scolaro e far emergere alcune forme di disagio. Per molti genitori l'andamento scolastico risulta essere la priorità per il proprio figlio quando dovrebbe essere la sua salute psicofisica.
Per comprendere la vita, ancora di più i suoi ostacoli, l'essere umano ha imparato a classificare e dare un nome a ciò che entra in contatto con la propria esistenza.
Ho avuto modo di lavorare con genitori che davanti al manifestarsi delle prime difficoltà scolastiche hanno iniziato a dubitare del livello di intelligenza del proprio figlio, si interrogavano su compagnie sbagliate, su problemi a casa, attribuivano le colpe a insegnanti e membri della famiglia, reagivano con la violenza (verbale, fisica) al disagio del figlio. Erano a caccia di un colpevole che fatto di carne e ossa e non sapevano come reagire a questa nuova sfida.
Il termine difficoltà appare più vicino ad una situazione sperimentabile da chiunque, mentre la parola disturbo richiama ad una classificazione nosografica e perciò sembra aggravare la visione del disagio vissuto.
Potremmo scegliere di ricorrere al termine difficoltà per coloro che non sanno ancora adoperare strategie e strumenti per acquisire nozioni del sapere e definire soggetti con disturbi specifici dell'apprendimento chi rientra nelle classificazioni nosografiche.
Credo però sia sempre più produttivo e corretto affrontare le sfide poste dalla vita facendo ricorso anche a vocaboli che aiutino le persone ad avere una visione positiva. Il termine difficoltà, come sostenuto in apertura, è comune a tutti e desta meno allarmismi. Tutti sperimentiamo il peso della difficoltà e sappiamo che inizialmente tante pratiche non solo semplici, ma che col tempo e soprattuto con metodo e impegno possiamo migliorare.
Lontani da definizioni e tecnicismi per guide “fai da te” passiamo ad un rapido quadro del tema.
Le aree dell'apprendimento coinvolte sono quelle preposte alla lettura, la scrittura e il calcolo aritmetico (sino a coinvolgere l'ambito matematico). I simboli grafici sono segni che l'essere umano ha ideato per comunicare e lasciare traccia di sé nel tempo. Questi segni, i grafemi, devono essere decodificati, ossia letti in maniera corretta per dare significato al messaggio. La scrittura (l'atto di codifica) deve ugualmente rispondere a criteri che conservino i parametri convenzionali della lingua utilizzata per esprimere il concetto desiderato.
Immaginate di dovere leggere un testo multimediale in cui un software in modalità random sposta lettere, porzioni di parola, righe, occulta o aggiunge segni grafici e di dover mostrare accuratezza nella lettura e nella comprensione del testo. Non stiamo dunque parlando di quoziente intellettivo (QI) bensì di una difficoltà oggettiva che deve essere rilevata precocemente e immediatamente affrontata. Occorre una corretta presa di coscienza da parte del singolo, della famiglia e della scuola.
Saper leggere e dotare di senso i simboli operazionali ed eseguire il giusto procedimento è ugualmente un importante requisito per un percorso didattico ottimale.
Dislessia, difficoltà nella lettura e nella comprensione dei testi, disortografia, difficoltà nel rispettare le norme della lingua, disgrafia, difficoltà nell'eseguire le forme delle lettere, discalculia, difficoltà nell'ambito aritmetico.
La diagnosi di tali difficoltà emerge nei primi anni della scuola primaria e non sono dimostrabili prima del compimento del settimo anno d'età per maturazione del soggetto e richiesta di competenza scolastica. Anche in questo caso la scuola si dimostra luogo in cui è possibile cogliere difficoltà e aree di intervento.
L'iter diagnostico viene effettuato dalla Neuropsichiatria Infantile (NPI) o da enti convenzionati con il servizio ASL. Il percorso educativo deve essere condotto da pedagogisti, educatori professionali e psicologi che abbiano un curriculum adeguato.
Esistono varie tecniche per superare gli ostacoli incontrati nell'ambito degli apprendimenti, sia che si tratti di DSA che di difficoltà nella pianificazione e gestione del tempo e delle risorse finalizzate all'apprendimento. In certi casi l'intervento include entrambe le richieste.
Ricordiamoci che chi incontra simili difficoltà si trova spesso ad esternare il proprio disagio con manifestazioni comportamentali che possono indurre docenti e genitori a ritenerlo un alunno svogliato, irrequieto, poco integrato, ansioso, non brillante.
La base di partenza deve sempre essere quella che porta ad indagare sul disagio vissuto dalla persona e dalla presa di coscienza del singolo e della famiglia. Tavolta si può ricorrere ad un privato che analizzi la situazione iniziale e poi valuti se indirizzare o meno il minore verso un percorso conoscitivo per meglio comprendere la situazione. © ®

Dott. Marco Mura
Pedagogista, Educatore Professionale
Specialista in Pedagogia Clinica
Pubblicato su Il Sentiero dei Melograni
www.crescereeducati.blogspot.com

Nessun commento:

Posta un commento