Profilo Professionale

La mia foto
Dott. Marco Mura - Pedagogista, Educatore Professionale, Specialista in Pedagogia Clinica --- (Attività Professionali) - Percorsi educativi per minori con: difficoltà d'apprendimento (DSA); disagio sociale e/o relazionale; disabilità (progetti L.162/98; LR 20/97). - Creazione e conduzione di progetti educativi per adulti (L.162/98; LR 20/97) - Consulenza Pedagogica Sostegno alla Genitorialità, Parent Training - Consulenza educativa rivolta a professionisti del settore educativo Per informazioni: dott.marcomura@gmail.com

lunedì 13 agosto 2012

L'educatore professionale: un delicato ed importante supporto per la crescita


L'educatore professionale: un delicato ed importante supporto per la crescita
Il professionista dell'educazione, insieme al pedagogista, è l'educatore professionale. Per ricoprire il ruolo di Educatore professionale è necessario possedere la lauerea in Pedagogia o in Scienze dell'educazione (o i corsi di laurea derivati da quest'ultima), oppure aver conseguito il Diploma Universitario di Educatore Professionale previsto dal DM 520/98. L'educatore professionale, così come il pedagogista, non è uno psicologo e viceversa; non svolge attività assistenziali, ma promuove cambiamenti positivi attraverso percorsi che fanno capo al potenziale dell'essere umano. Allo steso tempo, pur lavorando all'interno delle scuole, non è un insegnante (nel caso del lavoro sul gruppo) o un insegnante di sostegno (quando si parla di educativa specialistica scolastica nei percorsi individualizzati). Il suo ruolo all'interno del sistema dell'istruzione è un altro: egli si occupa di far emergere le risorse delle persone e di guidarle nel percorso di crescita. Egli si pone come "facilitatore" nei processi di cambiamento con delicatezza (atteggiamento non invasivo) mediante una presenza che conferisce all'altro un ruolo da protagonista nel proprio progetto di vita.
Il termine "educazione" deriva dal latino "e-ducere": "condurre fuori" ciò che l'essere umano possiede in termini di potenziale o di disagio vissuto. L'arte maieutica, quella socratica, che aiuta la persona a "partorire" ciò che in lui si cela, libera le energie della persona, la quale con le proprie capacità e l'affiancamento del professionista riesce ad incanalarle verso obiettivi positivi. L'educazione non riguarda la semplice buona creanza, l'istruzione che mira a far apprendere norme del galateo, ma implica un aspetto formativo (l'azione che dà forma) che conduca la persona a stare bene con se stessa, nel mondo, con chi la circonda. Educare non equivale ad insegnare alle persone come devono vivere, plasmandole secondo il nostro porgetto. Tale pratica non è rispettosa dell'alterità e coincide con l'ammaestramento: la negazione del valore dell'altro.
A beneficiare degli interventi erogati da questo professionista non sono solo coloro che presentano un disagio di tipo fisico, psichico, sensoriale o sociale, bensì tutte le persone che necessitano di un supporto per la propria crescita. Pensiamo ai centri d'aggregazione giovanile, alle scuole, ai centri residenziali per anziani (l'elenco è lungo) in cui troviamo tante persone che non vivono nessun tipo di difficoltà specifica. Si tratta di percorsi volti ad affiancare le persone nel cammino che hanno intrapreso; un modo per mettersi in gioco, per scoprire altri lati di se stessi, per produrre cambiamenti positivi e quindi continuare a crescere.
Questo profesionista opera in favore del singolo e del gruppo, con il supporto delle scienze dell'educazione (pedagogia, psicologia, sociologia) in contesti formali come la scuola o i centri d'aggregazione o di riabilitazione, oppure in quelli informali come il domicilio e persino la strada (professionisti impegnati a contrastare il disagio giovanile, la tossicodipendenza). Le attività che un educatore professionale può svolgere a casa di una persona sono varie e tutte connesse alla crescita (cambiamento positivo) dell'altro. Non vengono portati avanti interventi assistenziali in quanto si entrerebbe nel campo di chi pratica un diverso mestiere (assistenti di base, operatori soscio-sanitari). Inoltre – dato di grande rilievo – promuovere un approccio umanitario in favore di chi possiede abilità per poter procedere verso il livello di indipendenza a lui possibile, limiterebbe la persona nelle sue capacità (potenziale inespresso). Pertanto è necessario valutare sempre con perizia gli stati di necessità per poter progettare l'intervento ideale. L'educatore professionale, così come il pedagogista, attraverso i suoi interventi attua un processo di umanizzazione nei casi in cui l'altro viene visto come soggetto non capace perchè vittima di etichette che non gli riconoscono il ruolo di persona.
I progetti educativi sono tanti quanti sono gli educandi. Si rivolgono ai Disturbi Specifici dell'Apprendiemnto (DSA), alla Disabilità (fisica, psichia e sensoriale), alla Devianza Minorile, Percorsi Specialistici Scolastici, Dipendenza da sostanze, Disagio Socio-relazionale. Come scritto in precedenza anche chi non vive un particolare disagio può cogliere l'occasione per mettersi in gioco e continuare a crescere attraverso percorsi educativi che stimolino l'educando a intraprednere nuovi percorsi conoscitivi.
Dall'infanzia, all'età adulta sino a giungere alla terza età: un vasto panorma, una ricca opportunità di crescita. © ®
Dott. Marco Mura
Pedagogista, Educatore professionale
Specialista in Pedagogia Clinica
e-mail dott.marcomura@gmail.com


2 commenti:

  1. Grazie per quello che hai scritto! Bellissimo, è importante far conoscere e comprendere questa meravigliosa professione.

    Nadia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie collega. Concordo sull'importanza della nostra professione. Complimenti per il tuo blog.
      Buona domenica.
      Marco

      Elimina