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Dott. Marco Mura - Pedagogista, Educatore Professionale, Specialista in Pedagogia Clinica --- (Attività Professionali) - Percorsi educativi per minori con: difficoltà d'apprendimento (DSA); disagio sociale e/o relazionale; disabilità (progetti L.162/98; LR 20/97). - Creazione e conduzione di progetti educativi per adulti (L.162/98; LR 20/97) - Consulenza Pedagogica Sostegno alla Genitorialità, Parent Training - Consulenza educativa rivolta a professionisti del settore educativo Per informazioni: dott.marcomura@gmail.com

venerdì 14 marzo 2014

Obesità mediatica: cibo per la mente e per il corpo

Obesità mediatica: cibo per la mente e per il corpo

Viviamo in un mondo in cui le comodità possono rivelarsi risorse o trappole, se mal utilizzate. Il segreto per ricercare il proprio benessere psicofisico risiede nelle nostre capacità critiche. Nel bene e nel male i mass media rivestono un ruolo di grande rilievo nel panorama educativo dell'essere umano, in quanto occupano una posizione di spicco nell'informazione e nella gestione del tempo libero. Quantità e qualità sono due aspetti centrali anche nel rapporto tra uomo e tecnologia. Sono queste due caratteristiche a determinare l'apporto energetico al fruitore dei mezzi di comunicazione di massa e dei prodotti tecnologici d'intrattenimento. Fagocitando ogni istante della nostra vita, o meglio, nutrendoci compulsivamente di ogni momento che questo tipo di tecnologia ci offre, arrechiamo dei danni a noi stessi sotto vari punti di vista. Pensiamo alla gestione del nostro tempo libero incentrata esclusivamente su una comunicazione unidirezionale che va dalla televisione alla persona. Questo rapporto duale, in cui l'uomo è visto solo come destinatario della comunicazione (mai come mittente), spoglia i momenti liberi da altre opportunità come quelle legate alla socializzazione, alla cura del proprio sé (come unità psicofisica) e alla creatività. La strutturazione del tempo gestita dalla TV non offre occasione per sperimentarsi nell'organizzazione del proprio tempo, dal momento che l'uomo viene sostituito in questo dal palinsesto televisivo. Un'eccessiva voracità che spinge l'individuo ad una “obesità mediatica”, la quale spesso si accompagna al sovrappeso dello spettatore. Programmi e cibi di intrattenimento se non utilizzati con criterio (“la moderazione è la salute dell'anima”) portano le persone ad uno stile di vita che non bada alla qualità. Alcuni accusano TV, videogiochi e computer di essere causa dell'aumento di peso della popolazione occidentale. Questi fattori vengono indicati come la causa di un rapporto non salutare con il proprio corpo e la propria mente che, a discapito di temi e comportamenti culturalmente validi, viene stimolata da notizie e abitudini di scarso spessore. Uno studio dell'Università californiana di Ucla, pubblicato dall'American Journal of Public Health, ha messo in relazione gli spot televisivi che pubblicizzano cibi spazzatura e l'aumento di peso dei bambini, dimostrando che una maggiore esposizione a questo tipo di messaggi porta i telespettatori ad una maggiore assunzione di cibo. La vera causa, a mio avviso, è da indicare nel rapporto tra persona e mass media, il quale, se non accompagnato da un percorso educativo, di natura critica, influisce negativamente sullo stile di vita delle persone. L'aspetto quanti/qualitativo del tempo che dedichiamo a noi stessi dovrebbe ricoprire un ruolo centrale nella scelta del tipo di approvvigionamenti mediatici e alimentari, oltre che nella durata dei tempi da dedicare, ad esempio, alla passività televisiva, al cyberspazio o ai videogiochi, figli minori dell'ozio. Spesso veniamo catturati dalla rete di internet e ospitati per un tempo che non riusciamo a quantificare per via di un “gioco” psicologico che altera la percezione del tempo. Questa sedentarietà, meno passiva rispetto a quella generata dalla televisione, in cui social network, videogames, blog e siti web di vario genere, contribuisce all'aumento della massa grassa del nostro corpo grazie alla staticità imposta (unica eccezione, i videogiochi della Nintendo Wii i quali portano il giocatore a compiere movimenti con braccia e gambe per compiere l’esperienza virtuale) e ad una scelta che va a discapito del mondo reale e di tutto ciò che questo rende possibile. Un circuito composto da TV, internet e console per i videogiochi, unito al cibo, il più delle volte non propriamente salutare, regala ai fruitori momenti di svago con un rovescio della medaglia che è bene conoscere per poterlo evitare. Non sono i mezzi sopra citati a doverci preoccupare, ma l'uso che di essi si fa. E' necessario creare un rapporto pedagogicamente corretto tra utenza e offerta mediatica, affinché, in particolar modo, il minore possa essere realmente accompagnato nella realtà virtuale e in quella di tutti i giorni. Sposare un ruolo attivo nella lettura dei messaggi e un utilizzo ponderato dei mezzi di comunicazione di massa e di intrattenimento elettronico, riconoscendo questi strumenti come l’occasione fondamentale per promuovere un’educazione che consenta di prendere le distanze dalla pigrizia e dalla superficialità con cui spesso si affronta la questione dei mass media. © ®


Dott. Marco Mura
Pedagogista, Educatore Professionale
Specialista in Pedagogia Clinica

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