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Dott. Marco Mura - Pedagogista, Educatore Professionale, Specialista in Pedagogia Clinica --- (Attività Professionali) - Percorsi educativi per minori con: difficoltà d'apprendimento (DSA); disagio sociale e/o relazionale; disabilità (progetti L.162/98; LR 20/97). - Creazione e conduzione di progetti educativi per adulti (L.162/98; LR 20/97) - Consulenza Pedagogica Sostegno alla Genitorialità, Parent Training - Consulenza educativa rivolta a professionisti del settore educativo Per informazioni: dott.marcomura@gmail.com

venerdì 31 agosto 2012

Il facilitatore nei gruppi

Il facilitatore nei gruppi © ®
Facilitare significa rendere più agevole il percorso che ci condurrà alla nostra meta.
La figura del facilitatore trova alloggio nella pedagogia che da sempre accompagna le persone nel proprio cammino, facilitando i soggetti nel perseguimento degli obiettivi di crescita.
Il facilitatore opera all'interno dei gruppi e si colloca in una posizione di super partes con il compito di rendere più fluido, sereno e costruttivo lo scambio dialettico tra i partecipanti. Troviamo questa figura, oltre che nel campo educativo, anche in quello manageriale. Sappiamo quanto sia difficile gestire la comunicazione nei casi in cui gli interlocutori costituiscano un gruppo ampio. Ognuno desidera parlare. Alcuni si impongono sugli altri facendo ricorso ad un elevato volume della voce, con l'aggressività verbale o monopolizzando il tempo a disposizione; altri restano in disparte. C'è chi poi è costantemente orientato al giudizio e chi chiude ogni spiraglio all'opinione altrui.
Il facilitatore deve essere latore di benessere emotivo all'interno del gruppo strutturato, garantendo un clima democratico e stabilendo insieme ai componenti un codice normativo che tuteli i singoli e la collettività. Agevolare lo scambio tra le parti significa creare coesione e rispetto tra i singoli.
Qui l'attenzione sarà incentrata sui compiti che questa figura profesisonale ha nell'ambio socio-educativo.
Tanti conoscono i gruppi di auto-mutuo aiuto destinati alle persone con problemi di dipendenza, come ad esempio i C.A.T, vale a dire i club di aiuto per per alcolisti.
I gruppi di auto mutuo aiuto variano per tema accomunante. La forza aggregante e il minimo comune denominatore è la ragione che spinge le persone a reagire positivamente alle difficoltà che stanno vivendo. Un percorso che parte dal vivere il disagio e prosegue con l'affrontarlo in un ambiente protetto. Lottare con il gruppo, ecco la forza di questa opportunità di crescita. Un cambiamento possibile solo se si è motivati e se vengono rispettati i diritti di tutti i partecipanti.
A differenza di quanto si possa pensare, all'interno dei gruppi di auto mutuo aiuto, ad esempio destinati a persone con dipendenza dalla droga (o qualsiasi altra forma di dipendenza, come l'alcol, il sesso, il gioco d'azzardo) non regna la monotonia tematica. Il disagio colpisce la persona nel suo insieme andando ad intaccare il suo mondo. Non troviamo dialoghi fatti solo di sofferenza. Durante gli incontri i temi sono vari perchè varie sono le esperienze individuali. Compito del facilitatore è proprio quello di giudare le persone nel viaggio esperienziale condiviso. Il primo compito, quello che getta le basi, consiste nel costituire un impianto normativo che salvaguardi la salute del gruppo. All'interno delle riunioni – tra le varie regole - non è consentito dare giudizi, monopolizzare il discorso, obbligare un compagno a parlare e altre norme che il gruppo dall'inizio e strada facendo riterrà utile inserire nel codice di condotta.
Le tecniche di facilitazione spaziano dall'impiego di frasi utili ad incentivare lo scambio paritario, a gesti, silenzi, comunicazione non verbale e tanti altri strumenti per rendere più semplice l'atto comunicativo.
Esistono gruppi di auto mutuo aiuto anche per i familiari di coloro che vivono a contatto con persone, ad esempio, affette da patologie o cadute nella rete della dipendenza. Anche in questi casi l'aggregante è il terreno comune e a catalizzare le parti che compongono il gruppo deve essere l'azione del facilitatore. Anche questo professionista deve rispettare le norme del gruppo: tutti si muovono sopra un piano orizzontale, nessuna gerarchia. Il facilitatore non si colloca nel gruppo come operatore che deve fornire risposte e soluzioni; la sua voce ha il suono di quella degli altri membri, ma non è chiamato a raccontare i suoi vissuti in quanto riveste pur sempre un ruolo professionale.
Col tempo anche qualche persona interna al gruppo può diventare facilitatore. Tavolta capita che un gruppo ben compatto possa trovare al suo interno più persone che nel tempo si alternano nel ricoprire questo compito. È necessario però essere formati per rivestire questo ruolo in modo da garantire a se stessi e agli altri di operare secondo metodi che rispettino la natura del gruppo.
Il circle time invece è destinato sempre al gruppo ma avebnte finalità come quelle della gestione delle emozioni: insomma un diverso modo di chiamare il lavoro dell'auto mutuo aiuto e del gruppo strutturato.
Il facilitatore lavora anche nei gruppi di discussioni. In questa realtà gruppale non troviamo un disagio specifico come base di partenza, bensì un tema di interesse comune. Bambini, adolescenti, adulti, coppie sono guidati nel creare riflessioni su argomenti utili per la crescita individuale e collettiva. Anche in questo caso il professionista non appare in veste di relatore o di detentore del sapere, ma conserva il compito di far scorrere la comunicazione evitando l'innescarsi di improduttive dinamiche e mettendo l'accento su situazioni e parole che contribuiscono positivamente alla crescita dei singoli e del gruppo.
Esistono varie declinazioni dell'azione faciltante nei piccoli, medi e grandi gruppi. Un altro esempio utile è quello che vede questa proposta all'interno del circuito didattico sottoforma di cooperative learnig, l'apprendimento cooperativo in cui gli studenti imparano a pianificare e gestire tempo e risorse didattiche collaborando per ottenere il medesimo risultato.
Possiamo concludere sostenedo che l'azione del facilitatore corrobora la tesi contenuta nel motto "l'unione fa la forza". © ®
Dott. Marco Mura
Pedagogista, Educatore Professionale
Specialista in Pedagogia Clinica
e-mail: dott.marcomura@gmail.com


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