Educazione
e Salute Mentale ©
Il
concetto di salute mentale produce riflessioni profonde sulla
complessità dell'essere umano. Terreno sconfinato, centro operativo,
elemento distintivo per la sua evoluzione, il cervello rappresenta la
sfida più impegnativa. Un organo che regala soddisfazioni e crea
malumori. È sufficiente pensare all'appagamento che si prova davanti
a un successo intellettivo e alle emozioni negative esperite davanti
a compiti difficili a cui non troviamo soluzione. Non essere
brillanti in certi campi del sapere può essere facilmente assimilato
come dato di fatto, ma quando la propria vita viene messa a dura
prova da allucinazioni, fobie, stati depressivi profondi, condotte
pericolose difficilmente controllabili, allora subentra una delle più
grandi imprese che l'uomo deve compiere. Il riferimento d'obbligo è
quello verso gli specialisti (educatori professionali, psichiatri,
psicologi, psicoterapeuti, assistenti sociali), la persona colpita
dalla patologia e la propria famiglia.
Certe
volte si cercano le cause della patologia psichiatrica nello stile di
vita della persona o si fanno circolare voci circa l'uso di sostanze
psicotrope che hanno lasciato un segno indelebile nella persona
(“Quel ragazzo ha preso un allucinogeno in discoteca e da allora si
è ammalato!”). In certi casi questa ipotesi risulta vera – con
le dovute precauzioni - perchè l'uso di droghe può fare emergere
una patologia latente.
Nel
lavoro con le famiglie può capitare che qualcuno muova accuse verso
il soggetto con disagio psichico alludendo a stili di vita o a
mancanze verso determinati doveri i quali hanno causato l'insorgere
della malattia.
In
Italia, con la chiusura dei manicomi ad opera
della Legge Basaglia (Legge n° 180 del 1978) sono nati i Centri di
Igiene Mentale (CIM), mutati poi in Centri di Salute Mentale (CSM),
sempre gestiti dalle ASL. Oltre al servizio pubblico esistono
strutture private convenzionate che offrono centri diurni e
residenziali, case famiglia, gruppi appartamento e progetti di vario
genere. Troviamo inoltre educatori professionali che, in regime di
libera professione, operano in favore della promozione della salute
psicofisica delle persone mediante fondi pubblici come quelli
garantiti dalla Legge n° 162/98 o attraverso convenzioni private
(contributo della famiglia).
Nei
telegiornali o sui quotidiani incontriamo acronimi come TSO e OPG. Il
trattamento sanitario obbligatorio (che ha sostituito il ricovero
coatto) è una procedura medico-giuridica che obbliga una persona a
cure o ricoveri per tutelare la propria e – in certi casi –
altrui incolumità.
Invece
l'OPG (Ospedale Psichiatrico Giudiziario) – ex manicomio criminale
- è un luogo di detenzione che accoglie sofferenti psichici che
hanno commesso reati in violazione al codice penale. Questi sono gli
aspetti che più rientrano nelle conoscenze base dei non addetti ai
lavori e che quindi vanno a contaminare una visione corretta e ampia
delle persone con disagio psichico.
I
progetti educativi nell'ambito della salute mentale variano non in
base alla patologia, ma, come per tutti i percorsi di crescita, in
relazione alle difficoltà e ai punti di forza del soggetto.
Su una
base generica possiamo elencare alcune tipologie di intervento che
vedono impegnato l'educando a guadagnare nuovamente la capacità di
gestire il proprio spazio di vita, il denaro, la cura del proprio sé,
le competenze socio-relazionali, le emozioni, l'orientamento nelle
scelte per il futuro; oltre a un lavoro sulla comprensione della
patologia, del valore della terapia farmacologica, psichiatrica, di
quella educativa e psicoterapica. Strade e modalità sono varie
perchè l'umanità non possiede cloni ma esseri unici ed
irripetibili.
Chi
opera nel settore della salute mentale vive a contatto con la
sofferenza. Una sofferenza particolare perchè chi è colpito da
patologie come, ad esempio la schizofrenia, soffre doppiamente: da un
lato per il male vissuto e dall'altro perchè comprende la situazione
in cui versa. È necessario infatti fare in modo che l'individuo non
cada in stati depressivi e che mantenga un ruolo attivo nel progetto
riabilitativo e nel quotidiano al fine di evitare involuzioni o il
cristallizzarsi della situazione. Ansia, fobie, allucinazioni, gli
stati umorali devono essere affrontati e compresi in quanto cercano
sempre di dominare la persona. Gesti e azioni semplici con il loro
predominio possono risultare imprese titaniche e far così aumentare
il disagio e depauperare inoltre l'autostima della persona sino ad
indurla a ritenersi incapace di reagire.
Chiudo
questo intervento senza polemiche circa gli esigui contributi offerti
ai percorsi riabilitativi tra cui quelli destinati alla Legge n°
162/98 ed invitandovi a leggere “Benvenuti in psichiatria. Storie e
incontri di straordinaria follia” di Giovanni Casula, educatore
professionale, che vi farà affrontare un viaggio - senza tecnicismi
- all'interno del Servizio di Psichiatria (SPDC). Nessuna fredda
teoria: solo uno sguardo umano in prestito a chi vuole conoscere e
capire l'essere umano.
©
Dott.
Marco Mura
Pedagogista,
Educatore professionale
Specialista
in Pedagogia Clinica
e-mail
dott.marcomura@gmail.com
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